lunedì 17 settembre 2007

PRINCE CUP A GENOVA, IL PRIMO RESOCONTO

Genova 15 settembre 2007, la Prince Cup è andata bene. Sono arrivato prima di pranzo allo Squash Club che mi ha piacevolmente sorpreso: è bello vedere una struttura con 6 campi di squash, ed è bello vederla piena di giocatori. La formula del torneo ad handicap, voluta da Gianpaolo ed Ezio, riscuote sempre successo e il tabellone di Genova era pieno, oltre 32 partecipanti che si stavano sfidando e che si sarebbero sfidati per tutto il resto della giornata.


Genova Campi, e bravo Angelo!!!

Ho fatto in tempo a vedere Gianpaolo (testa di serie numero 1 del tabellone) perdere miseramente un incontro di primo turno che mi sono trasferito con lui all’aeroporto per recuperare le guest star della giornata, il pluricampione inglese Peter Nicol.

Ho visto la prima volta Nicol nel 1989 in Inghilterra, a York credo. Ero in tour con la nazionale e Nicol, allora solo sedicenne, giocò contro il nostro Davide Sisti. Non mi ricordo l’esito dell’incontro, ma ricordo che Davide quando usci dal campo disse: “ho giocato con un ragazzino che continuava a ridere.” Questo senza sapere che il modo di digrignare i denti era, e sarebbe stato, un atteggiamento tipico del campionissimo negli anni a venire.
Ho invece conosciuto personalmente Nicol nel 1993 ai campionati italiani a squadre che furono disputati al Vico di Milano. Nicol giocò come numero 1 della mia squadra (Brescia Squash) in cui c’erano anche Alessandro Meroni (2), Davide Bianchetti (4) e Moreno Mazzi (5). Quell’anno vincemmo il torneo battendo in finale la squadra di Bologna.

Erano molti anni che non lo rivedevo (l’ultima volta credo in un campionato europeo in Olanda), ma ci siamo salutati come se ci fossimo visti l’ultima volta il giorno prima. Nicol, sebbene sia un marziano squashistico è veramente una persona amabile. Abbiamo fatto due parole nel tragitto aeroporto-club e abbiamo ricordato il torneo di Milano (l’unica altra volta che era venuto in Italia), gli ho chiesto se gli mancava l’attività agonistica, i tornei e i viaggi e mi ha guardato con una faccia che diceva tutto: “sei matto???”.

Al club ho poi rivisto Simone e Josè. Insieme avremmo dovuto dare vita ad un triangolare di partite, tuttavia io ho giocato solamente con Simone ed è stato più che sufficiente: due game con lui (che non ha giocato neppure al 50%) sono stati sufficienti a farmi capire come sia duro giocare una partita di squash. Tuttavia non mi sono visto malissimo anche se non ricordo più niente da metà del primo game in poi!!!!


Una bella faccia sveglia dopo i game

Dopo che Josè e Simone si sono uccisi a colpi di finte e di spinte sono di nuovo entrato in campo questa volta con Nicol. Abbiamo fatto alcuni tipici esercizi di riscaldamento (boast-lungolinea, incrociato-volee, smorzate) guidati dall’esterno da Duncan, che faceva lo speaker del torneo, e poi il game. Se con Simone mi sembrava di vedere bene la pallina, dopo i primi due scambi con Nicol ho cambiato idea. Gli ho fatto un punto solo perché è stato gentile, ma lui è veramente un marziano e ho fatto talmente tanta strada in un singolo game che adesso, un giorno dopo, ho le chiappe in fiamme dal dolore e le gambe paralizzate dall’acido lattico.


Peter chiama a casa per dire che ha vinto anche stavolta